LO SAPEVI CHE…

…A San Martino ogni mosto diventa vino!


L’11 Novembre si celebra la festa di San Martino, una delle più note tra quelle legate al vino e alla cultura contadina. Chi di noi non ha memoria del proprio nonno contadino recitare: “A San Martino ogni mosto diventa vino”!

Questo è il periodo giusto per le degustazioni in cantina, per i convegni e gli eventi dedicati al vino. Quest’anno la pandemia non ci permette di passeggiare serenamente tra i filari delle viti e riscaldarci al sole di questi primi giorni di Novembre chiamati, appunto, l’Estate di San Martino, ma recupereremo il prossimo anno o già subito a primavera, ne siamo certi!

Ma chi è San Martino?
Martino di Tours (316 o 317 D.C. – 397 D.C.) è figlio di un ufficiale dell’esercito romano, nasce nell’attuale Ungheria e passa l’infanzia a Pavia. Durante la sua esperienza nell’esercito imperiale è il protagonista di un episodio che ha cambiato la sua vita: in un giorno molto freddo lascia metà del suo mantello ad un mendicante nudo ed affamato e l’altra metà ad un altro mendicante incontrato subito dopo. Improvvisamente il cielo schiarisce e il freddo pungente diventa un ricordo: da qui l’Estate di San Martino, per indicare questo periodo caldo dell’anno, nei primi giorni di Novembre.

Martino pensa che questo cambiamento repentino del clima non può essere altro che opera del Signore e, per questo, stupefatto dall’accaduto, abbandona l’esercito e si dedica alla preghiera diventando vescovo di Tours.

Sarà sepolto l’11 Novembre del 397 D.C. .

La festa di San Martino è molto sentita nel sud della nostra penisola, ma c’è anche una forte tradizione veneziana.
Il legame tra il vino e San Martino nasce, invece, da una tradizione pagana francese, quando questo territorio era ancora sotto l’influenza dei Celti, che celebravano l’inizio del nuovo anno, per loro a Novembre, con una festa all’insegna di bivacchi, dove il vino non mancava, che durava 10 giorni a partire dal 1° novembre, coincidente quindi con il mese di San Martino.

Un legame che è suggellato dai meravigliosi versi di Giosuè Carducci nella poesia dal titolo San Martino, in cui è inequivocabile la corrispondenza tra il Santo e l’odore del mosto che si trasforma in vino.

San Martino

La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor dei vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.