Zona rossa o meno, l’importante è che siano bolle!
Oggi parliamo di numeri e di bollicine e ci chiediamo quanto saranno effervescenti queste festività.
Non sarà il Natale delle tavolate e delle cene per lo scambio degli auguri, ma gli italiani, a quanto pare, non si faranno mancare un buon vino o meglio uno spumante.
Lunedi 14 Dicembre scorso sono usciti i risultati delle stime, elaborate dall’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini e di Ismea, che riguardano i consumi di bollicine durante le festività.
Se la matematica non è un’opinione, l’Italia è sul gradino più alto del podio nella vendita di spumanti nel mondo, anche nel funesto 2020, anno che, data la situazione, vede ridotto il potere di spesa della maggior parte dei consumatori che sostituiscono lo Champagne con vini più accessibili economicamente.
Non si rinuncia alle bollicine, quindi, ma si cambia il budget ad esse destinato.
In termini di volume si parla di 273 milioni di bottiglie italiane vendute nel mondo di cui 74 milioni in Italia, perdendo il 2.3 % rispetto al 2019. In generale, 1,6 milioni di calici conterranno vino spumante italiano. Dato interessante è quello del trend a valore da cui emerge una contrazione della domanda interna ed esterna del 9%.
Per quanto riguarda l’export, sono quindi quasi 200 milioni gli spumanti italiani consumati.
Secondo le previsioni UIV-Ismea con le prossime feste si giungerà al 35% delle vendite annuali di spumanti in Italia.
Ma la vera domanda è: dove comprano gli italiani? Complice la chiusura forzata di questo periodo a causa della pandemia, hanno la meglio le vendite in GDO e on line. Questo fenomeno, da un lato non fa percepire la differenza sul volume di vendite, ma, dall’altro fa registrare una flessione del fatturato di più del 12%.
La produzione degli spumanti 2020 non ha subìto molte variazioni e questo grazie all’alta domanda estera (73%). Il metodo classico ha avuto più difficoltà perché di solito è più richiesto dall’Horeca.
Riassumendo:
produzione totale spumanti italiani è agli stessi livelli del 2019
– 12.5% di bottiglie importate
+ 2.7% di bottiglie esportate
Da un sondaggio tra nostri contatti, è emerso, in effetti, l’aumento degli acquisti in GDO oppure online, anche da parte dei più restii agli acquisti virtuali per quanto riguarda un prodotto così personale come il vino.
Già, perché il vino è un po’ come un profumo e il suo acquisto deve essere accompagnato dalle parole di chi prima di noi ha avuto fiducia in lui, di chi ha avuto il piacere di farlo roteare nel bicchiere, metterci il naso e constatarne la complessità.
Siamo convinti che il vino debba essere narrato e che dal racconto debba uscire un quadro preciso del terroir, tout court.
Non so se avete capito, ma a noi piace ancora molto andare per enoteche e per cantine.
Buoni propositi per il 2021? Vedere il calice mezzo pieno, non solo per questione di ottimismo.